WGC IN MESSICO

Questo è il primo dei quattro tornei del World Golf Championship (WGC), il circuito mondiale che Insieme ai quattro major, forma gli eventi più importanti nel calendario internazionale. Il WGC Mexico Championship (ex Cadillac Championship) si è giocato dal 2 al 5 marzo sul percorso del Club de Golf Chapultepec (par 71), a Naucalpan de Juárez in Messico, a 2,500 m di altitudine, con la partecipazione di settantasette giocatori tra i più forti al mondo, compreso il nostro Francesco Molinari. A dire il vero, il torneo avrebbe dovuto essere giocato al Trump National Doral Golf Club di Miami, ma per desiderio dello sponsor, si è scelto Città del Messico. A margine dell’evento, c’è una novità: Il presidente Paul Levy ha annunciato che tutti i giocatori potranno indossare gli shorts durante i giorni di pratica nei tornei della PGA of America. È quindi questo il primo Major del Tour in cui sono permessi i pantaloni corti sui fairway. Era, però, solo questione di tempo. Già lo scorso anno l’European Tour diede via libera ai pantaloncini corti durante i giri di prova dei tornei. È stata una decisione sensata. Si pensi al periodo in cui il quarto Major si svolge: in piena estate, con temperature spesso insostenibili; il prossimo agosto, nella tappa a Charlotte in North Carolina, la situazione potrebbe essere ancor più dura, considerati i cambiamenti climatici. Il permesso, però, non vale per tutti i tornei: gli shorts rimangono banditi dallo US Open e da altri eventi del PGA.
Ora è Adam Scott il campione in carica, divenuto la scorsa stagione, appunto al Trump Doral. Per ben sette volte il titolo è stato appannaggio di Tiger Woods. Dustin Johnson, alla sua prima gara da numero uno del World ranking, deve prestare molta attenzione a difendersi contro l’attacco di cinque giocatori potenzialmente in grado di scalzarlo dal trono: il nordirlandese Rory McIlroy, il giapponese Hideki Matsuyama, lo svedese Henrik Stenson e Jordan Spieth. Non c’è l’australiano Jason Day, il numero due, che ha ripreso a giocare da poco dopo lo stop per infortunio. Ma ce ne sono molti altri possibili protagonisti, dai nomi altisonanti. Molto atteso alla prova è anche Francesco Molinari, che nelle uscite dopo il successo nell’Open d’Italia, è stato sempre competitivo ad alto livello, con l’eccezione del taglio subito al recente Genesis Open. È stato quello, però, un classico incidente di percorso, come ha dimostrato il successivo 14° posto nell’Honda Classic. La gara, che non prevede il taglio, può contare su uno straordinario montepremi, adeguato all’importanza del torneo: ben 9.750.000 dollari.
-Il via al Mexico Championship trova sei giocatori in prima posizione con sessantasette colpi (-4) tra cui Mickelson e Westwood. Francesco Molinari lotta per il Par con 4 birdie e 4 bogey, e finisce al 58esimo posto.
-Nel secondo giro è bello vedere la grinta di Rory McIlroy, numero tre del World ranking: Ha attaccato deciso, il nordirlandese, con un 65 (-6), miglior score di giornata; il totale di 133 (-9) lo porta a due colpi di margine su Phil Mickelson. Dustin Johnson, il leader mondiale, è all’ottavo posto con 137 (-5). Rory McIlroy, appena rientrato dopo un infortunio, ha fissato il 65 con un eagles, sei birdie e due bogey. Se vince, e Dustin Johnson si classifica dopo il quarto posto, torna al vertice mondiale. Francesco Molinari ha recuperato 12 posizioni rispetto a ieri, è 46° con 144, stesso score di Jordan Spieth. Come nel primo giro, ha perso due colpi in avvio con due bogey di fila, poi ha segnato un birdie prima del giro di boa, e nelle buche di rientro (le prime del tracciato essendo partito dalla 10), ha rincorso vanamente il par alternando per tre volte un bogey e un birdie.
– Terzo round – Justin Thomas, primeggia, e assapora il piacere della “Buca In Uno”. Il 24enne di Louisville (Kentucky), oltre all’ace di oggi, vanta quattro titoli nel circuito, di cui tre colti in quest’avvio di stagione, ha completato lo score con cinque birdie e due bogey. Thomas, autore di un 66 (-5) impreziosito dalla “hole in one” alla buca tredici un par tre di 225 iarde superate con un ferro sei, si è portato al vertice con 201 colpi (69 66 66, -12). Nulla ha potuto il nordirlandese Rory McIlroy per difendere la leadership acquisita nel secondo turno; è sceso al terzo posto con 203 (-10), alla pari con Phil Mickelson. Danno spettacolo per lo sprint Dustin Johnson, McIlroy e Mickelson. Molinari rimane in media classifica: partito dalla 10, ha guadagnato un colpo sul par in uscita (due birdie e un bogey), che ha poi mantenuto nel rientro (tre birdie e tre bogey alternati), siglando un 70 (-1); è 38° con 213 colpi (par). Domani occhi puntati sull’inglese Lee Westwood e lo spagnolo Jon Rahm, quinti con 204 (-9).
– e siamo al finale: Dustin Johnson conferma di essere irresistibile. Il 32enne di Columbia (South Carolina) ha siglato il secondo successo consecutivo con 270 colpi (70 66 66 68, -14); ha confermato la leadership nel World ranking conquistata due settimane addietro conquistando il titolo del Genesis Open; ha superato il tenace inglese Tommy Fleetwood, secondo con 271 (-13). Un bel finale ha avuto Francesco Molinari, sottolineato da un parziale di 66 colpi (-5), è risalito di 18 posizioni, ottenendo un buon 20° posto. Dopo tre giri altalenanti, ha trovato il passo giusto: gioco preciso, sia lungo che corto, e cinque birdie senza bogey per il 66, secondo miglior score di giornata.
Con questo del Messico, Dustin Johnson ha portato a 14 i titoli in carriera comprensivi di un major; ha firmato il torneo WGC con cinque birdie e due bogey, per il 68 (-3) risolutore. Per lui 1.660.000 dollari, dei quasi dieci milioni di montepremi. Paolo Pilla

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